Filosofi moderni: 5 nomi da conoscere

Non serve essere studenti di filosofia per approcciarsi alla materia. Sono molti i pensatori del nostro secolo (alcuni dei quali ancora in vita) che influiscono  anche altre discipline universitarie come la psicologia, la didattica, la pedagogia, la grammatica, la letteratura e la scienza.
nomi di filosofi famosi
Ecco perché lo staff dell’Università online Niccolò Cusano di Lecce ha deciso do fornire una panoramica sui cinque filosofi moderni che bisogna conoscere.

L’apporto della  filosofia moderna alle discipline – come accennato – è fondamentale sia se si stia conseguendo una laurea in giurisprudenza sia una in psicologia: sono molte le contaminazioni che plasmano la nostra epoca e i pensatori attuali ne fanno parte. E per questo vanno conosciuti.

In questo articolo ci occuperemo di dare una scorsa veloce al pensiero di cinque filosofi contemporanei

Filosofia moderna: ecco i principali esponenti

Volete sapere in quali discipline ritroverete questi nomi di filosofi famosi? Continuate a leggere e lo scoprirete…

Noam Chomsky

Nato nel 1928 a Philadelphia è un linguista, filosofo, storico, teorico della comunicazione. Nelle sue opere e nelle dispute accademiche, Chomsky è sempre apparso come una voce fuori dal coro.

Il suo è un pensiero complesso, che ha arricchito in modo indicibile il campo della linguistica teorica. Teorico della “grammatica generativa”, ha definito l’informazione come una “fabbrica del consenso”: un sistema di vera e propria propaganda, estremamente efficace per il controllo e la manipolazione dell’opinione pubblica.

Umberto Eco

Venuto a mancare nel 2016, Eco è una delle personalità italiane più famose della contemporaneità e non solo per l’apporto al mondo della filosofia ma anche per i sui romanzi come Il nome della rosa” (tradotto in 47 lingue e venduto in trenta milioni di copie).

È a grandi linee un filosofo che può essere considerato come un “amante del sapere” in ogni sua forma.

Jürgen Habermas

Con i suoi ottantotto anni, Habermas è un filosofo, storico e sociologo fondamentale per la nostra epoca.

Ha fondato una teoria che è anche pratica, studiando per molto tempo la forma di sapere più concreta che c’è, il linguaggio, cercando di individuarne le regole e valutarne l’importanza a livello sociale. L’etica della comunicazione da lui sostenuta non è soltanto l’insieme delle norme particolari che devono regolare l’agire comunicativo, ma anche – e soprattutto – l’utilizzazione di queste stesse norme come criterio di validità per tutto il pensiero morale.

Umberto Galimberti

Il settantacinquenne Umberto Galimberti – filosofo e psicologo italiano – da sempre si espone in riferimento alla necessaria compenetrazione di queste due materie.

Si tratta di un ritorno alla vera filosofia della vita, che non deve mai essere disgiunta dalla realtà dell’uomo. Tra le opere principali ricordiamo Il segreto della domanda. Intorno alle cose umane e divine, (2008), La morte dell’agire e il primato del fare nell’età della tecnica, sempre del 2008, I miti del nostro tempo (2009), Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto del 2012.

Dal 1995 conduce una rubrica seguitissima sul quotidiano “La Repubblica”.

Per completare il pensiero utilizziamo questa citazione: La filosofia svolge un ruolo decisamente importante, non perché sia competente di qualcosa, ma semplicemente perché non accetta qualcosa. E questa non accettazione di ciò […]  l’esprime attraverso un tentativo di trovare le contraddizioni del presente e dell’esistente, e argomentare possibilità di soluzioni: in pratica, pensare. E il giorno in cui noi abdichiamo al pensiero abbiamo abdicato a tutto.

Paul Feyerabend

Morto nel 1994, è il filosofo specchio della scienza anarchica. Tra le sue opere principali ci sono Contro il metodo del 1975, La scienza in una società libera (del 1978), Addio alla ragione del 1987 e, pubblicato postumo nel 2002, Conquista dell’abbondanza.

Nei suoi libri Feyerabend ha sempre difeso l’idea che non ci siano delle regole ferree da applicare nella scienza. Ad esempio,  il filosofo ha sempre contestato la presenza di un metodo scientifico prescrittivo a favore di una tendenza all’anarchismo epistemologico.

Senza regole rigide per gli scienziati, la posizione di Feyerabend è sempre stata considerata estrema, quasi che si volesse paragonare la scienza al mito e all’esoterico. D’altra parte a sostegno delle posizioni del filosofo ci sono stati alcuni avvenimenti antichi: l’esempio è quello di casi indiscutibili di progresso (come ad esempio la rivoluzione copernicana) nei quali – come dimostra il filosofo – tutte le regole prescrittive della scienza valide fino a quel momento fossero state violate. Se Copernico avesse seguito le regole scientifiche e il metodo prescrittivo dell’epoca, non ci sarebbe stato alcun progresso.


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