Meditazione mindfulness: che cos’è e perché ti aiuta a studiare
La meditazione mindfulness ti può aiutare a migliorare i tuoi risultati in ambito universitario. Ti senti bloccato, non riesci più a mettere piede in facoltà perché lo stress ti stringe lo stomaco in una morsa? Non sei solo. È capitato a molte altre persone prima di te. Tra tutte le opportunità di ridurre l’ansia e lo stress la meditazione è una delle più efficace e benefiche. Se non hai mai sentito parlare di mindfulness leggi questo articolo e scopri come può migliorare molti aspetti della tua vita.
Che cos’è la mindfulness
La meditazione è una pratica molto antica, le cui origini probabilmente si perdono in epoche molto lontane. La sua fonte principale non si ritrova nel nostro emisfero ma in Asia, fu il buddhismo a porre le basi per un’attitudine meditative e una serie di esercizi che aiutassero a svilupparla e mantenerla.
Stiamo parlando di un buddhismo lontano dalla religione e più vicino ad una filosofia di vita che si interrogava sull’esistenza e sulla fonte primordiale della vita. Il punto centrale della meditazione mindfulness come del buddhismo è l’attenzione al momento presente. Un’attenzione che si allontana dalla propensione al giudizio che è instillata in noi. Semplicemente osservare, accettare e stare nel momento presente. Da questa base si è sviluppata una corrente di pensiero e un insieme di pratiche, alcune teorizzate e supportate anche da studi di Psicologia.
È stato dimostrato che la meditazione può apportare interessanti benefici a pazienti sottoposto a terapie cliniche migliorando alcuni aspetti:
- Parametri ematici
- Percezione di benessere
- Diminuzione delle infiammazioni
Per questo motivo in molti reparti sono stati avviati programmi sperimentali di applicazione della meditazione da parte dei pazienti.
Dal Buddismo Theravada e dalla meditazione yogica sono stati tratti gli insegnamenti che negli anni Settanta hanno condotto un medico del Massachussetts a fondere questi aspetti ad un approccio medico e psicoterapico occidentale. Jon Kabat-Zinn era convinto che la sofferenza potesse affievolirsi grazie ad un’accettazione attiva e ad una consapevolezza totale del proprio essere e di tutte le sue parti:
- Sensazioni
- Emozioni
- Pensieri
- Parole
- Azioni
- Relazioni
Secondo Kabat-Zinn una maggiore consapevolezza coincide con una migliore capacità di ridurre l’impatto del pensiero negativo e del disagio emotivo. Il primo passo è la non identificazione con i proprio pensieri, che spesso si rivelano pessimisti e negativi senza una reale motivazione. Tutte le frasi del tipo “non valgo niente” “sono sfortunato” diventano dentro di noi solide verità difficili da scardinare. La mindfulness ci aiuta a capire che abbiamo dei pensieri, ad accettarli, ma a non identificarci con essi. Un distacco consapevole e in grado di allontanare inutili sofferenze. Accogliere il presente, nella comprensione delle possibili difficoltà ed emozioni negative, permette di essere maggiormente obiettivi ed equanimi con la propria esistenza.
Come si pratica la meditazione mindfulness
Come molte altre tecniche di meditazione anche la mindfulness ha le sue modalità specifiche. Ognuno di noi può trovare piacevole questo tipo di approccio oppure no. Soprattutto per quanto riguarda i percorsi di crescita personale è fondamentale che risuonino interiormente.
Ti può capitare di sentirti richiamato da un preciso metodo piuttosto che da un altro. Segui questo istinto, troverai la tua strada verso te stesso.
La tecnica mindfulness si pratica così:
- Gambe incrociate
- Occhi chiusi
- Schiena dritta
Apparentemente assomiglia ad altri metodi meditativi. L’attenzione si mette sul respiro e precisamente sull’addome e sul movimento che fa seguendo l’entrare e l’uscire dell’aria dai polmoni. Il respiro si esegue esclusivamente dal naso. Ogni qualvolta la mente si allontana e vaga per altri lidi, riportandoti all’esame di economia, alla litigata con la tua ragazza o alla cena che ti aspetta, devi ricondurla fedelmente e dolcemente verso il respiro. Senza rabbia, giudizio, fretta, ma con delicata accettazione.
Per i principianti si consigliano dieci minuti al giorno di meditazione. Con la costanza i risultati affioreranno, ti sentirai più:
- Rilassato
- Concentrato
- Allegro
- Tollerante
Ma soprattutto consapevole. Dall’attenzione focalizzata sul respiro si può passare ad altri livelli di consapevolezza, che riguardano e si soffermano su altre sfere importanti della persona:
- Pensiero
- Parole
- Sentimenti
- Azioni
Un’osservazione attenta e non giudicante, utile a sviluppare accettazione. Lo stesso Kabat-Zinn propose tipi di meditazioni differenti per sviluppare quelle abilità in contesti e in aspetti vari della vita: dalla meditazione camminata all’alimentazione lenta e consapevole di un chicco d’uva.
Gli effetti positivi della meditazione
È straordinario pensare quanto possa fare la meditazione per un individuo. In un’epoca in cui siamo sommersi da impegni e preoccupazioni è un vero toccasana spegnere il flusso incalzante dei pensieri. Soprattutto quando un’altissima percentuale di questi sono negativi.
I vantaggi della meditazione sono tantissimi e si riversano su tutti i settori della vita, dalle relazioni al lavoro, dallo studio alla salute. Soprattutto per quanto riguarda la salute i dati e le ricerche sono molto interessanti e continuano a impegnare studiosi appartenenti alle più svariate branche della psicologia e della medicina. È stato riscontrato che tra gli effetti positivi della mindfulness si può annoverare:
- Miglioramento delle prestazioni del lobo prefrontale sinistro
- Miglioramento dell’attività dell’emisfero destro
- Prevenzione dell’invecchiamento cerebrale
- Migliore decorso delle malattie invalidanti
La psicologia conferma che la gestione dello stress è di vitale importanza per molte patologie di tipo psicologico come ansia e depressione, ma non solo. Chi affronta con maggiore positività anche altre malattie all’organismo riesce a ridurre l’impatto dei sintomi e a rallentare il decorso o ad accorciare i tempi di guarigione. Le applicazioni mediche della mindfulness devono ancora essere studiate con attenzione, ma riguardano diverse discipline, tra cui:
- Endocrinologia
- Immunologia
- Medicina psicosomatica
- Cardiologia
- Oncologia
- Medicina comportamentale
Per questo è importante che anche chi ha studiato medicina si avvicina alla meditazione, per avere un altro punto di vista, un ulteriore strumento di diffusione del benessere con cui aiutare il paziente.
Cinque consigli per studiare con la mindfulness
Ma un altro campo di applicazione della meditazione è lo studio. Gli studenti di qualsiasi facoltà o master sanno quanto incida lo stato mentale sul rendimento. Si accorgono nel corso dell’esperienza accademica che il risultato di un esame è strettamente collegato alle condizioni della psiche. Pensa a coloro che devono sostenere due esami lo stesso giorno. Come fare a studiare senza stress? Imparando a meditare. Ecco cinque motivi per cui scegliere la meditazione mindfulness per lo studio.
Più concentrazione
Non serve citare gli studi a riguardo, ormai è un dato di fatto. Meditare aiuta a mantenere la concentrazione. È un vero e proprio allenamento, utile a tutti gli studenti che cercano un modo per raccogliere le energie intorno ad un solo obiettivo.
Versatilità
Chi sceglie di applicare la mindfulness per studiare ottenendo migliori risultati lo fa anche perché si tratta di una tecnica di meditazione rapida e facile da replicare ovunque, senza bisogno di possedere strumenti o attrezzature particolari. Pochi minuti al giorno in qualsiasi luogo regalano una tranquillità impagabile per presentarsi all’esame distesi e rilassati.
Migliora la memoria
Memorizzare è molto importante per gli studenti di corsi di laurea in ingegneria, economia, giurisprudenza e tutte le altre materie in cui è necessario ricordare formule o teorie complesse legate ai numeri. Le capacità mnemoniche si allenano, ricorda che il cervello è un muscolo. La palestra migliore per tenerlo in forma è la mindfulness. Che aiuta a memorizzare ma soprattutto a farlo con un tenore di sforzo minore e maggiore serenità.
Basta ansia da prestazione
La focalizzazione al momento presente tipica del buddismo è anche il nucleo centrale della mindfulness. Imparare a relativizzare e a non attaccarsi ad un risultato è il modo migliore per non caricarsi di aspettative e non vivere i momenti pre esame con un’ansia fastidiosa. Mentre prepari l’esame prenditi dieci minuti di tempo in più, per aggiungere allo studio una sessione di meditazione. Vedrai che arriverai all’appello fresco come una rosa.
Umore alle stelle
I cambi di umore sono sempre dietro l’angolo quando si è oberati di impegni, soprattutto di esami e scadenze, di momenti in cui sai che verrai messo alla prova. Ma come mantenere un equilibrio? Come non sprofondare nella rabbia, nella tristezza? Scegliendo attivamente di non giudicarsi e di accettare ciò che si prova. Solo così si può lasciare andare le emozioni limitanti e restare aperti a ciò che verrà. La meditazione mindfulness insegna questo e molto altro. Vale la pena provare, no?